Quando si sente parlare di psicologia, uno degli argomenti che emerge più frequentemente è, senza ombra di dubbio, quello riguardante gli sbalzi d’umore legati al tempo atmosferico. Questa condizione, nota anche come meteoropatia, suggerisce un collegamento tra il meteo e le emozioni che una persona prova.
Si tratta davvero di una relazione od è, semplicemente, una sorta di suggestione?
Il dibattito è aperto e, costantemente, si aprono nuovi sviluppi.
Ciò accade specialmente nelle stagioni di transizione, l’autunno e la primavera.
In questo articolo proviamo a dare una prospettiva, che potrebbe rappresentare una possibile risposta alla domanda circa il collegamento tra il tempo atmosferico e l’umore di un individuo.
Per prima cosa è bene tenere a mente che esiste una relazione costante tra l’interno e l’esterno, tra la mente e l’ambiente circostante. Ciò significa che siamo individui responsivi, cioè che ci rapportiamo con il mondo esterno e ne traiamo delle informazioni, che facciamo nostre, elaboriamo e usiamo a nostro vantaggio per orientarci nella vita.
Dato che si è affermato e dimostrato l’influenza dell’esterno sull’interno (e viceversa, anche se questo è tutto un altro argomento e non abbiamo tempo e spazio per parlarne in questa sede) è lecito supporre che anche le condizioni meteo possano avere delle influenze sulla nostra percezione della realtà e delle sue qualità. Di fatto è così e cercheremo adesso di spiegare il perché.
Spesso siamo portati ad associare un’esperienza ed un’emozione negativa alle immagini che vediamo. La stessa cosa può accadere con il tempo. Quando ad esempio vediamo il cielo diventare sempre più nero, potremmo collegare quest’ultimo a dei momenti non felici del nostro passato. Ad esempio, quando eravamo piccoli non potevamo uscire a giocare se pioveva e ciò potrebbe avere instaurato in noi, ad un livello non del tutto cosciente, l’associazione “cielo nero – evento negativo”.
Per questo motivo, nelle stagioni in cui il cielo tende ad essere scuro, come l’autunno, molti tendono ad essere giù di morale e non avere uno spirito vitale attivo. Ovviamente, ci possono essere molti altri fattori che instaurano questa relazione, questa che propongo è solo un’ipotesi e una riflessione possibile.
Con l’autunno, i giorni si fanno più corti, la luce diminuisce e con essa anche la nostra luce interiore. Viceversa, in primavera, quando la natura si risveglia, il tempo è più bello e gli uccellini cantano in cielo, anche noi ci risvegliamo dal letargo emotivo, emettendo energia positiva nel mondo, attirando in questo modo anche possibili partner.
Diversi studi sono stati condotti in maniera rigorosa a riguardo e si è arrivati a stabilire una connessione scientifica tra ciò che proviamo e le condizioni dell’ambiente intorno a noi.
Il tutto sta, per poter trovare una prova, nel cercare un rapporto tra un evento passato in una data condizione meteo e la reazione che abbiamo quando il cielo si fa scuro una volta adulti. È probabile che se da bambini amavamo giocare nelle pozzanghere o addirittura correre sotto la pioggia, anche oggi in età adulti associamo i temporali ad un evento piacevole e quindi con sentimento positivo.
Tuttavia, non solo la psicologia ha apportato contributi a questo problema. Infatti, le neuroscienze hanno associato al calo di luce, tipico del cielo scuro e delle stagioni in cui le giornate sono più corte, un calo della produzione di serotonina, l’ormone della felicità. Questo conferma quanto sospettato a livello intellettuale: l’ambiente esterno ha una grande influenza non solo a livello fisiologico, ma anche a livello psicologico. Per questa ragione ci sono più amanti dell’estate che dell’inverno e la maggior parte delle persone predilige il caldo al freddo.
Come abbiamo già detto, si tratta di un campo di studi assai fecondo, che da molti anni viene sviluppato e che ha portato dei risultati concreti. Tuttavia, il progresso necessita di ulteriori risposte e sarà necessario attendere ancora qualche anno per poter convalidare definitivamente questa teoria.