La notizia della morte di qualcuno, sia esso un campione della motoGP, un pensionato, un uomo o una donna di qualunque razza o religione dovrebbe lasciarci sbigottiti e tristi. Chiaramente non è sempre così.
L’individuo “piange” le persone che considera vicine, generalmente in senso affettivo.
Inutile dire che alcune morti sono più clamorose di altre. Ma perchè? Probabilmente essere un personaggio pubblico rende “più spettacolare” la morte.
Ma sempre di morte stiamo parlando!
Ho letto molto su internet rispetto a questo punto, in particolare mi ha colpito il commento di un ragazzo che riporto, senza riportarne il nome: “… la morale quando è dominata da terzi (i mass media) crea i suoi eroi che diventano tali nell’atto della morte … perchè, ironia tragica, si preferisce l’eroe quando cade che non quando è in vita…gli errori commessi non si perdonano perchè l’eroe non può sbagliare (ed è come se non dovesse avere difetti) mentre se muore torna ad essere umano…nell’unica certezza esistenziale che ci accomuna: la morte …”
Condivido questo pensiero ma credo sia utile fermarci a riflettere sul dolore di chi rimane. Rispettarlo e, se si può, provare a lenirlo!
1 Commento
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La morte del Sic mi ha molto turbata a dirti la verità. E’ arrivata inaspettata nella tarda mattinata di domenica. Sono entrata in casa dei miei per il pranzo domenicale e il babbo era incollato al divano che guardava la tv e me ha riportato la notizia.
Magari ha poco senso perchè in fondo non lo conoscevo …non seguo nemmeno assiduamente la motogp, eppure Simoncelli era più che un motociclista, ormai era entrato volente o nolente nelle case di tutti con la sua simpatia chiassosa e scanzonata.
REST IN PEACE