Spesso i compiti estivi rappresentano una fonte di stress più per i genitori che per i figli. Infatti, non capita di rado che siano proprio questi a dividersi in quattro, per fare in modo che il proprio bambino arrivi a settembre con tutti i compiti fatti e, soprattutto, fatti nella maniera corretta. Siamo però sicuri che questo approccio sia dei migliori? Non sembra essere questo il caso, specialmente a partire dalle scuole medie, periodo nel quale il proprio figlio o la propria figlia dovrebbero raggiungere quel grado di maturità sufficiente a consentire un’organizzazione programmata in maniera quasi del tutto autonoma.
Tuttavia, da genitore è comprensibile che si voglia solo il meglio per il proprio bambino e che si desideri seguirlo passo dopo passo.
Nell’articolo di oggi vedremo quale sia l’approccio migliore per poter far fare i compiti al proprio bambino e come comportarsi nel caso di capricci e problemi dovuti all’assenza di voglia. Capiremo, inoltre, cosa distingue le varie tappe educative e daremo delle strategie attuabili alle medie e alle elementari. Buona lettura.
Alle elementari
Procediamo con ordine e vediamo quali siano le linee guida da adottare per uno svolgimento dei compiti efficace durante la prima esperienza scolastica del proprio bambino.
Innanzitutto i compiti vanno affrontati in maniera tranquilla e serena.
Evitate l’uso di minacce quali “se non fai i compiti non puoi uscire” o “devi fare i compiti, altrimenti la maestra si arrabbia”. Questo atteggiamento non fa altro che far vedere in negativo la questione scuola,rendendo maggiormente difficile un lavoro che è già di per sé complicato.
Parlate sempre bene dell’educazione e dell’importanza dell’apprendimento, facendo vedere al proprio bambino come possa essere divertente imparare.
Alle elementari, la programmazione dovrebbe essere leggera, prevedendo una sessione di compiti che non superi i 45 minuti. Se siete rimasti molto indietro con i compiti prevedete sessioni separate, al mattino e al pomeriggio e tenete ad esempio la lettura di un libro per i momenti serali, immaginando di far diventare il momento della lettura un momento di condivisione e di coccole (come la lettura di una fiaba prima di andare a letto.)
Durante questo periodo evitate sempre di riferirvi alla scuola come ad una minaccia che incombe sul futuro.
Vostro figlio sa che ricomincerà a breve, non caricatelo di stress o aspettative negative.
Alle medie
Per quanto riguarda le scuole medie, in linea di massima vale il discorso appena fatto per le scuole elementari. Tuttavia, è molto importante tenere a mente che in questo periodo il bambino entra nella fase della preadolescenza. Ciò comporta una minore voglia di sottomettersi ai piani dei genitori e a richiedere un’autonomia fin qui non ricercata. Come mamma e papà, il vostro compito è quello di mollare un po’ la presa sulla questione compiti, pur mantenendovi in controllo della situazione. Concedete la possibilità di organizzarsi come meglio crede, se così desidera, ma non permettete che i compiti non vadano fatti. In altre parole, date fiducia e possibilità di organizzazione al vostro bambino, pur mantenendo una linea rigida sull’obbligatorietà dei compiti e siate pronti ad intervenire nel caso il tempo stia per scadere e i risultati siano pochi.
Come intervenire? Spesso il dialogo è l’arma migliore che avete. Offrite la vostra disponibilità ad aiutarli a stilare un calendario più efficace e date loro consigli. Ricordate però, che i compiti vanno fatti bene, non correttamente. Ciò significa che se vostro figlio o vostra figlia dimostrano impegno, ma commettono errori, non vanno redarguiti. Sarà compito delle maestre controllare lo svolgimento del lavoro assegnato e starà a loro indicare vie per il miglioramento.
Conclusione
Concludiamo questo articolo mettendo in luce alcuni punti fondamentali. Molto importante è, chiaramente, tenere un tono moderato e tranquillo quando si affronta questo discorso. Niente minacce o costrizioni: i compiti vanno fatti, ma non sono la cosa più importante del mondo. Date la possibilità al vostro piccolo di organizzarsi, pur essendo rigidi sull’obbligatorietà del lavoro assegnato per casa. In ogni caso, fate vivere la scuola come qualcosa di positivo, che non crei ansia e che venga visto come un momento di crescita, non di paura e stress.
Spesso sono proprio i genitori che devono imparare dai figli a vivere la scuola con più serenità e meno ansia: essa non giova alla costruzione del rapporto familiare e non incentiva la voglia allo studio.